Diamanti &Manet

Vendita di alberi di Natale

È quasi musicale il dipinto di David Jacob Jacobsen.

Ricorda le note di una cartolina fuori dal tempo, colpisce per la sua purezza. Evoca una delicata immagine invernale, un dolce soggetto che ricorre spesso nelle scatole di latta dei biscotti danesi.

Rappresenta infatti una soleggiata giornata nella Højbro Plads di Copenaghen, definita in un particolare momento della vita cittadina e del periodo prenatalizio. Risalta la luminosità resa con colori tenui azzurrati e sfumati, in contrasto alle tonalità ben più decise del rosso, verde e bianco, su sfondo dorato, tipici di un periodo così suggestivo.
Siamo nel 1853 e nella vicina Inghilterra vittoriana è da poco iniziata l’usanza di decorare gli arbusti natalizi all’interno delle case; la corsa a chi compra l’albero più grande riempie le piazze di gente, un po’ come accade ai nostri tempi, gli accalorati preparativi in attesa del grande giorno.

 

L’artista mette in scena un luogo che gli era familiare, date le sue origini, e lo tratteggia con un’intensa morbidezza, trascinandoci come in una fiaba in punta di piedi, accogliendoci in una favolosa scena ovattata dalla neve. Sorprende il raggio di sole che attraversa questo presepe laico, illuminando personaggi quasi evanescenti e la composizione prospettica di ampio respiro che si percepisce fino in fondo. Una coreografia ariosa nella quale sembra quasi di sentire il pulviscolo scintillante sollevato dal vento e avvertirlo sulla pelle, che sprigiona la vivace e gioiosa vita cittadina, velata però di malinconia.

Il capolavoro di Jacobsen spinge a una riflessione sull’animo umano. Il clima vivace e allegro diviene più struggente in primo piano, dove si avverte il retrogusto amaro dell’opera e dove compaiono i veri protagonisti: la coppia di bambini in abiti umili che trascinano il loro alberello.

Non a caso il pittore li ha dipinti di scuro, in contrasto al candore della neve, vicini al raggio di sole e accanto a un cagnolino nero che li segue e sembra non avere peso, stagliato come un cartoncino sopra il manto innevato. Il volto dei poveri fanciulli è arrossito, così profondamente melanconico e realista, in un luogo che non sembra adatto a loro.

Il maggiore è raffigurato nel tentativo di portare via la piccola, probabilmente la sorella, non potendo permettersi qualcosa di più dell’arbusto trascinato sullo slittino e delle poche vivande che tiene in mano.

Interpretano l’innocenza e la sofferenza, un po’ come doveva essere lo stato d’animo di Jacobsen che nonostante il talento e l’amicizia con Pissarro con il quale condivise lo studio a Parigi, ebbe una vita difficile, tanto che ammalato e con poche speranze di vendere le sue tele, scriverà una struggente lettera al fratello Edvard poco prima di togliersi la vita.

Steso tra le mercanzie, tra le verdure, il pane e le ceste colme di vivande colorate, sullo sfondo di una giornata luminosa, l’artista interpreta il senso del Natale nella sua umanità, un tema purtroppo sempre attuale e toccante della fortuna e della miserabile condizione di alcuni bambini e di chi non può vivere felice le festività.

Il periodo del Natale ritratto secondo l’animo di David Jacob Jacobsen è un misto di gioia, luce e di ombrosa e silenziosa sofferenza.

Spetta poi all’Arte arricchire con la sua bellezza e a chi la osserva, accendere la speranza in quei bambini.

Sara Matilde Cavallaro
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